Trusse mo, trusse Stilin

Da Barlums – Canti d’inchiostro, 2024

Anno 1571: battaglia di Lepanto. Tra le fila veneziane, oltre a genovesi, flotta papale, spagnoli e turchi, partecipa anche un friulano, rimasto sconosciuto, che forse per rivincita sulle drammatiche e sanguinarie scorrerie turche in territorio friulano tra il 1415 e il 1503, a fine battaglia scrive un’infervorata e sontuosa “Canzone” composta da diciannove strofe, di cui si è conservato il testo in friulano antico.

Ne abbiamo scelte quattro, sufficienti a rendere l’idea del clima terrificante della battaglia, in cui tutto il mare era tinto dal rosso del sangue dei turchi trucidati, tra teste, braccia gambe e busti fatti a pezzi: una moltitudine di morti in mare, sulle sponde e nei porti.

Ispirato dal libro edito da Bastiano Ventura, Venezia A.D. 1572, “Raccolta di varî poemi latini, greci e volgari”.

Trusse mo, trusse Stilin
Trusse mo, trusse Stilìn (Friulano)

Trusse mò, trusse Stilin,
stizze mò stizze gran Turch
trusse mò Sen Marc tu purch.

Pe’ gran tazze ere ogni leen,
dut di sanch bagnat e pleen
E par lunch, par laas, par flanch,
si no suaz erin di sanch
E pareve ch’ognun foos,
in chel dì, vistit di roos,
e lu maar di scarlat fin,
trusse mò trusse Stilin.

Trusse mò, trusse Stilin,
stizze mò stizze gran Turch
trusse mò Sen Marc tu purch.

Lis galeis pal impaz
di bustgh, chiaas, giambis e braz
No podevin laa in denant,
e tant ere par duquant
Des gran sdrauicis di muarz
plen lu maar, rivis e puarz,
e d’intorn’ ogni cunfin,
trusse mò trusse Stilin.

Trusse mò, trusse Stilin,
stizze mò stizze gran Turch
trusse mò Sen Marc tu purch.

Battiti adesso, battiti Selìm! (Italiano)

Battiti adesso, battiti Selìm,
colpisci ora, colpisci Gran Turco,
Picchia ora anche tu San Marco.

Nella grande distesa del mare,
ogni nave era interamente bagnata
e colma di sangue.
Ed in lungo, in largo e sui fianchi,
se non asciutte (le navi) erano insanguinate.

E sembrava che in quel giorno
ognuno fosse vestito di rosso,
ed il mare di un fine rosso scarlatto;
battiti adesso, battiti Selìm.

Le galee, per l’intralcio
di torsi, teste, gambe e braccia,
non potevano più andare avanti,
E ovunque c’erano
gran caterve di morti,
pieno il mare, le rive e i porti,
e attorno ogni confine;
battiti adesso, battiti Selìm.

Battiti adesso, battiti Selìm.

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